Descrizione
La Galleria degli Apostoli è formata da una serie di tredici edicole di architettura neo-gotica che ospitano le dodici statue marmoree degli Apostoli e quella centrale con la Madonna in trono. La serie di edicole si sviluppa sopra i portali di accesso, occupando l'estensione delle tre navate e trovandosi chiusa ai lati e separata in tre sezioni dai pilastri in aggetto sulla facciata. Le edicole degli Apostoli rispondono tutte a uno stesso modello, mentre quella centrale della Madonna è di maggiori dimensioni e di struttura architettonica più elaborata e in aggetto rispetto alle statue degli Apostoli. Queste si dispongono in piedi nelle nicchie, su piedistalli a forma di parallelepipedo con il nome del Santo iscritto in latino: a destra della Madonna (per chi guarda) si susseguono San Giovanni, San Tommaso, San Giacomo il Minore, San Simone, San Giuda Taddeo e San Mattia. Gli altri sei apostoli si collocano a sinistra della Madonna in trono e sono: San Pietro, Sant'Andrea, San Giacomo il Maggiore, San Filippo, San Bartolomeo e San Matteo.
Notizie storico critiche
E' abbastanza singolare che nella progettazione della facciata le diverse proposte si siano concentrate quasi esclusivamente sull'aspetto architettonico, lasciando in uno stato di indefinitezza la decorazione scultorea e pittorica, comunque sempre prevista.
Anche se gli ultimi progetti presentati mostrano un arricchimento sia plastico che cromatico della facciata, ispirata ad un horror vacui che tende a saturare ogni spazio (Cerretelli 1987, p. 236), fino all'ultimo a prevalere fu l'ossatura architettonica, oggetto di lunghi e accesi dibattiti anche in corso d'opera, in particolare sulla questione del coronamento, basilicale o tricuspidale, che restava ancora da definire alla fine del 1883, quando la facciata già in essere, con i mdelli in gesso a scala naturale delle sculture in marmo che sarebbero seguite, venne scoperta e valutata.
Emilio De Fabris, vincitore nel 1868 del tormentato concorso per la facciata, nel 1878, quando stava per essere avviato il rivestimento marmoreo, si rivolse per l'impianto teologico, in merito alla decorazione plastica e musiva, ad Augusto Conti, docente di filosofia e studioso del pensiero patristico-scolastico. Già nel 1870 il De Fabris aveva cercato la consulenza dell'illustre e ormai anziano Niccolò Tommaseo, che aveva suggerito la centralità del tema mariano, allargato a soggetti che si riferissero alle glorie artistiche e civili della città. Proposte che non vennero dimenticate nel complesso programma iconografico elaborato dal Conti, e da lui stesso illustrato in due pubblicazioni contemporanee e immediatamente successive alla facciata (Conti 1883; Conti 1891, pp.143-144).
Una galleria di edicole gotiche con statue della Madonna in trono e degli Apostoli, che al di sopra dei tre portali percorresse in orizzontale le tre navate, in realtà compare già in un progetto del De Fabris del 1869 (Cerretelli 1987, cat.67, pp. 221-222) e viene poi sempre mantenuto nelle successive elaborazioni dello stesso De Fabris. Lo conferma d'altronde lo stesso Conti, là dove citando la Galleria degli Apostoli dichiara (Conti 1883, p. 21 e ss. ): " ...Questo soggetto è il tema fondamentale di tutta l'Opera e di tutta la parte figurata, stabilito dall'archiettto appena egli cominciò a ideare la Fronte del Duomo."
Dopo aver elencato le figure dei dodici apostoli, nella sequenza che si è scelto di dare loro nella Galleria, il Conti offre motivazioni religioso-iconografiche di questa rappresentazione, ricordando (Conti 1883, p. 35 e ss.) come nell'arte cristiana sia consuetudine ab antiquo rappresentare Maria in mezzo agli Apostoli, sulla base anche di quanto dichiarato negli Atti degli Apostoli (cap. 1).
La realizzazione del ricco programma plastico della facciata si risolse in un lasso di tempo breve, dal 1878 al 1887, grazie anche alla scelta di distribuire il lavoro fra un nutrito numero di artisti, per la maggior parte attivi all'epoca a Firenze, ma non solo. La facciata si configura così come un'antologia della scultura degli ultimi decenni dell'Ottocento, e degli orientamenti di stile di due generazioni di artisti, vista l'appartenenza anagrafica degli scultori.
Ciascuna statua della Galleria degli Apostoli è opera di un artista diverso, per un totale di tredici scultori, incaricati del modello in gesso, preliminare alla scultura in marmo, in un arco di tempo che va dal novembre 1880 al maggio 1882 (AOSFM XIII, I.69; Campana 1995, p. 367).
Nel novembre 1880 il San Giacomo Maggiore veniva assegnato dal De Fabris a Pietro Costa; seguivano dal settembre 1881, il San Giovanni a Cesare Zocchi e il San Pietro a Emilio Gallori; gli altri Apostoli, ovvero il Sant'Andrea, San Mattia, San Simone, San Filippo, San Bartolomeo, San Matteo, San Giuda Taddeo, San Tommaso e San Giacomo Minore furono assegnati tra l'aprile e il maggio 1882 rispettivamente a Raffaello Pagliaccetti, Ettore Ximenes, Rinaldo Carnielo, Luigi Cartei, Cesare Fantacchiotti, Augusto Passaglia, Urbano Lucchesi, Giovanni Paganucci, Antonio Bortone e Pietro Costa. Nel 1882 moriva Giovanni Duprè, che avrebbe dovuto eseguire la scultura più importante, ovvero la Madonna in trono con il Bambino: di questa il De Fabris incaricò, nel marzo, Tito Sarrocchi, che accettò ma, per la ristrettezza del tempo a disposizione, rinunciò al Sant'Antonino per uno dei pilastri, che venne eseguito dal Bortone. Nelle lettere di incarico del De Fabris agli scultori, si indica che le statue degli Apostoli dovevano essere alte 2m e 18cm dal tallone alla testa, e che l'artista avrebbe ricevuto dal Comitato Esecutivo una sagoma in tela della nicchia entro cui sarebbero stati collocati i modelli preparatori, per meglio valutare il rapporto proporzionale (Campana 1995, nota 55 p.340).
Per gli artisti interpellati fu evidentemente un onore poter partecipare all'impresa della facciata, dato che l'eseguità dei compensi previsti non costituiva prospettiva di guadagno. Solo quattro scultori tuttavia, Bortone, Ximenes, Gallori e Paganucci, a motivo di ciò, ritennero più conveniente affidare ad abili marmisti la traduzione dei loro modelli di gesso nella scultura definitiva.
Nel giugno del 1883, con la morte del De Fabris, veniva meno non solo il progettista ma anche la mente direttiva dell'impresa: i lavori tuttavia proseguirono senza soluzione di continuità, sotto la direzione di Luigi Del Moro, stretto collaboratore del De Fabris, che divenne l'interlocutore degli scultori impegnati nella facciata. Nel dicembre 1883, con lieve ritardo su quanto previsto inizialmente, veniva presentata la facciata completa delle sculture in gesso, e con le due diverse proposte per il coronamento. Definita la scelta della forma basilicale, i modelli in gesso vennero tradotti in marmo negli anni successivi, e la facciata completa di Santa Maria del Fiore fu inaugurata ufficialmente il 12 maggio 1887.
Relazione iconografico religiosa
Il tema mariano, assunto come soggetto principe della decorazione plastica e pittorica della facciata, trova il suo fulcro nella Galleria degli Apostoli, centrata dalla rappresentazione della Madonna in trono con il Bambino, non casualmente prossima all'analoga raffigurazione posta da Arnolfo di Cambio sulla facciata medievale, la cosiddetta "Madonna dagli occhi di vetro", oggi in Museo. L'idea di questa Galleria è documentata già nei primi progetti del De Fabris, ma trova poi la sua forma definitiva e la sua base teologica nel programma elaborato da Augusto Conti a partire dal 1878, su richiesta dello stesso De Fabris. E' il Conti stesso a darne illustrazione (1883 cit., pp. 35 e ss.), premettendo come nell'arte cristiana fin dai primordi fosse consuetudine rappresentare Maria in mezzo agli Apostoli, e come di tale iconografia si trovi fondamento anche negli Atti degli Apostoli (cap.1). In particolare il Conti riporta il brano che afferma: " Et omnes erant perseverantes unanimiter in oratione cum mulieribus, et Maria Matre Jesu et fratribus eius". La deduzione del Conti è pertanto che la prima, fra i discepoli di Gesù, è la Madonna, per questo appellata dalla Chiesa come Regina Apostolorum. Nell'intento di mantenersi quanto più possibile fedele ai testi sacri, il Conti definisce la sequenza degli Apostoli, che affiancano la Madonna, così come sono elencati da Luca nel primo capitolo degli Atti: " Petrus et Joannes, Jacobus et Andreas, Philippus et Thomas, Bartholomaeus et Mattaeus, Jacobus Alphaei et Simon Zelotes, et Juda Jacobi ... Mattia annumeratus est cum undecim Apostolis". L'unica variazione rispetto a questa sequenza sta nell'aver posto Pietro e Giovanni ai due lati della Madonna.